La Germania dall’introduzione dell’euro sta facendo dumping salariale infrangendo il trattato di Maastricht.
Nonostante un’economia galoppante grazie all’euro, la Germania non rispetta gli accordi di Maastricht.
Maastricht a fronte dell’introduzione di una moneta unica, che impedisce ai singoli stati l’adeguamento dinamico dei prezzi tramite la svalutazione della moneta, prevede l’adozione di correttivi salariali, in maniera da adeguare la competitività dei singoli stati.
Cosa è invece successo?
Con l’introduzione dell’euro gli stati non possono adottare politiche monetarie inflazionistiche. Il costo della produzione si alza, di conseguenza cala la produzione ed il PIL. Il rapporto debito/PIL si alza, lo stato risulta più a rischio di insolvenza, si alzano i tassi di interesse sul debito e di conseguenza si alza la tassazione ed i costi di produzione, in una spirale che porta alla distruzione dell’economia e al default economico dello stato.
La soluzione di FMI e BCE e EU sono quindi le privatizzazioni selvagge e la svendita del patrimonio pubblico.

Lohndumping

Oscar Lafontaine, ex presidente dell’SPD e tra i maggiori attori della creazione dell’euro nella Germania di Kohl, ammette il disastro della moneta unica.

Abbiamo bisogno di un nuovo sistema monetario europeo
Un documento di discussione di Oskar Lafontaine La politica europea della cancelliera è sempre più sotto pressione. Oltre al presidente della Commissione europea Barroso ora anche Enricol Letta, incaricato dal Presidente della Repubblica Italiana Napolitano di formare un governo politico, ha respinto l’austerità della Merkel che porta al disastro. I politici europei sanno che a lungo non si può continuare. La situazione economica è peggiorata di mese in mese e il tasso di disoccupazione ha raggiunto un livello che mette le strutture democratiche sempre più in discussione. I tedeschi non hanno ancora capito che gli europei del Sud, tra cui i francesi, stanno fronteggiando la miseria economica e saranno prima o poi costretti a mettere su una lotta contro l’egemonia tedesca. Il dumping salariale tedesco in particolare, che dall’inizio dell’unione monetaria è stato una violazione dello spirito dei trattati, è sotto pressione. Merkel si risveglierà dal sonno ipocrita quando i paesi europei uniranno le forze contro il dumping salariale per imporre un punto di svolta nella crisi a scapito dell’economia di esportazione tedesca. La moneta unica avrebbe potuto durare a lungo se gli Stati interessati avessero perseguito una politica salariale orientata alla produttività concertata. Poiché ritenevo questo lavoro di coordinamento possibile, negli anni ’90 sono stato favorevolell’adozione dell’euro. Ma le istituzioni di coordinamento, più che altro il dialogo macroeconomico, sono state compromesse dal governo. La speranza che la ragionevolezza economica si sarebbe attuata mediante l’introduzione dell’euro è stata ingannevole. Oggi il sistema sta per rompersi. Per ottenere di nuovo una competitività abbastanza equilibrata, paesi come Grecia, Portogallo e Spagna dovrebbero essere, a confronto con la media dei paesi dell’UE, dal 20 al 30 per cento in meno costosi e la Germania del 20 per cento più costosa. Gli ultimi anni hanno dimostrato, tuttavia, che una tale politica non ha alcuna possibilità di essere attuata. Un vero e proprio apprezzamento circa l’aumento dei salari, come sarebbe necessario nel caso della Germania non ha nulla a che fare con le associazioni dei datori di lavoro tedeschi e il blocco neo-liberista , costituito da CDU / CSU, SPD, FDP e Verdi. Il deprezzamento reale sulla diminuzione dei salari, che richiede da 20 a 30 per cento di perdita di reddito in Europa meridionale e anche in Francia condurrebbe – come si può vedere già in Spagna, Grecia e Portogallo – al disastro. Se è vero che questo up-and-down non è possibile, allora si deve rinunciare alla moneta unica e tornare a un sistema che lo permetta, come il precursore dell’unione monetaria, il sistema monetario europeo. In sostanza, si tratta di rendere di nuovo possibile la svalutazione e rivalutazione controllata all’interno di un regime del tasso di scambio controllato dal’UE. Primo passo essenziale per regolare i flussi di capitale sono controlli severi su di essi. A Cipro, l’Europa ha già compiuto questo primo passo (Cipro è stato un esperimento su piccola scala statale di blocco temporaneo dei capitali per il cambio repentino e segreto di moneta ndr). Nella fase di transizione si devono aiutare i paesi a sostenere le loro valute che saranno svalutate con certezza, tramite un intervento della BCE per evitare problemi. Presupposto per un sistema monetario europeo che funzioni, è che il settore finanziario sia ristrutturato e strettamente regolamentato. La “sala giochi” (la speculazione finanziaria ndr) deve scomparire. Il passaggio a questo sistema, che permetterebbe ancora una volta le rivalutazioni e svalutazioni controllate, deve essere graduale. In Grecia e Cipro avrebbero potuto essere iniziato. L’esperienza che l’Europa ha fatto con il serpente monetario e il sistema monetario europeo deve essere utilizzata.
30 aprile 2013

By Giovanni Sasso

Si occupa di tutti gli aspetti legati alla bioarchitettura nella progettazione urbanistica ed edile, ingegnerizzazione di strutture in legno-paglia, consulenza energetica. Presidente INBAR, Esperto in Bioarchitettura INBAR, Progettista Junior Casaclima, Corso Progettista PassivHaus, Progettista di Piani Urbanistici, Net Zero Energy Buildings, Passivhaus, ideatore di un unico sistema costruttivo in paglia. Formatore in master, corsi e convegni su bioarchitettura, certificazione e diagnosi energetica, materiali. is an expert in Bioarchitecture by INBAR Italian Institute of Bioarchitecture sassobrighi.com